Procreazione medicalmente assistita in donne con IBD

Poiché le IBD hanno il loro picco di incidenza in età riproduttiva (tra i 15 e i 40 anni di età) e nella metà dei pazienti la diagnosi avviene prima dei 35 anni, la loro relazione con la fertilità e la riproduzione è cruciale1.

Secondo le ultime linee guida dell’Organizzazione europea per la malattia di Crohn e la colite (ECCO) dedicate alla riproduzione, la colite ulcerosa senza precedente intervento chirurgico pelvico e la malattia di Crohn inattiva non compromettono la fertilità1.

Al contrario, la malattia di Crohn attiva può compromettere la fertilità attraverso molteplici fattori come l’infiammazione delle tube di Falloppio e la riduzione della riserva ovarica1. Nei pazienti con colite ulcerosa sottoposti ad anastomosi anale della tasca ileale (IPAA) sembra esserci un aumento del rischio di infertilità di circa tre volte1.

Procreazione medicalmente assistita in donne con IBD

Considerando questi casi, i pazienti con IBD possono essere indirizzati alle tecnologie di riproduzione assistita (ART/PMA) precocemente rispetto alla popolazione generale, anche dopo soli sei mesi di tentativi1.

 

IBD, infertilità e riserva ovarica

Le IBD sono malattie croniche intestinali caratterizzate da diarrea, dolore addominale e tenesmo, di cui fanno parte colite ulcerosa (UC) e malattia di Crohn (CD)2. Lo stadio di remissione si riferisce a quando l’intestino è in uno stato fisiologico e i sintomi addominali sono minori, mentre lo stadio attivo è caratterizzato da forma intestinale alterata, mucosa ulcerata e sintomi clinici gravi2. Nelle IBD, sintomi addominali come diarrea, nausea, dolore addominale e sintomi sistemici (febbre, malnutrizione e perdita di peso) esistono contemporaneamente2.

Le IBD colpiscono principalmente i giovani in età riproduttiva2. L'età media alla diagnosi è di 30 e 35 anni rispettivamente per malattia di Crohn e colite ulcerosa. Varie ricerche hanno riportato una diminuzione della fertilità nelle donne con IBD2.

 

Cos’è la riserva ovarica

L’invecchiamento riproduttivo è un processo continuo da prima della nascita fino alla menopausa3.

Le donne hanno un numero finito di ovuli: questo numero è circa 6-7 milioni entro la ventesima settimana di gestazione e le bambine nascono con circa 500.000 - 1 milione di ovociti3. La fertilità raggiunge il picco prima dei trent'anni e successivamente si ritiene che diminuisca gradualmente3.

Dalla metà della gestazione in poi e durante tutta la vita riproduttiva, un processo irreversibile diminuisce progressivamente il numero di tali cellule chiamate germinali3: la degenerazione follicolare e l'ovulazione determinano una lenta perdita del numero di ovociti nel tempo fino ad arrivare alla menopausa4.

Con riserva ovarica si intende proprio il numero di ovociti rimasti nell'ovaio4. La riserva ovarica, o quantità di ovociti (numero di ovociti), è diversa dalla qualità degli ovociti, che si riferisce al potenziale di un ovocita fecondato di generare un bambino vivo4. La riserva ovarica è inversamente correlata all'età, ma esiste una notevole variazione nella riserva ovarica tra le donne coetanee4.

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Una scarsa riserva ovarica è un'importante causa di infertilità in molte coppie3. La ridotta riserva ovarica è un fenomeno spesso notato nelle donne nell’ultima parte dei trent’anni, ma può colpire anche le donne più giovani3. Si ritiene che vi sia un declino accelerato del pool follicolare all'età di 37-38 anni quando raggiunge il valore critico di 25.000 follicoli3. Successivamente rimane un tempo molto limitato per il concepimento con i propri ovociti3. Si ritiene che questo fenomeno sia accompagnato da un declino della qualità dovuto all'invecchiamento degli ovociti e, quindi, le giovani donne con ridotta riserva ovarica potrebbero avere maggiori possibilità di concepimento3.

La maggior parte delle donne con ridotta riserva ovarica deve sottoporsi a fecondazione in vitro: avrà in ogni caso una produzione di ovociti inferiore e tassi di gravidanza inferiori rispetto a quelle con riserva ovarica normale3.

Cos’è la PMA

Per Procreazione Medicalmente Assistita si intende quell’insieme di tecniche di tipo medico che permettono la riproduzione quando all’interno della coppia ci sono difficoltà di concepimento naturale5. Viene utilizzata in caso di infertilità e permette di far avvenire la fecondazione in modo guidato e “artificiale”. Esistono diverse tecniche e procedure, non tutte permesse in tutti i Paesi5.

Esistono metodiche differenti per complessità: alcune prevedono che la fecondazione avvenga all’interno dell’apparato femminile; altre invece prevedono la fecondazione in vitro5.

PMA e donne con IBD

La ridotta fertilità delle donne con IBD potrebbe essere parzialmente attribuita alla ridotta riserva ovarica2.

Le IBD danneggerebbero la riserva ovarica delle donne in età riproduttiva, ma l’influenza è più evidente nelle donne sopra i 30 anni2. È stato riscontrato che le donne con IBD sotto i 30 anni avevano una riserva ovarica quasi equivalente ai controlli sani della stessa età, cosa che non accadeva per le donna sopra ai 30 anni2.

L’applicazione dell’iperstimolazione ovarica controllata può eliminare l’effetto negativo delle IBD sugli esiti della gravidanza2.

Altre possibili ragioni per la diminuzione del tasso di fertilità nelle donne con IBD includono la disfunzione sessuale2. I tassi di disfunzione sessuale erano più alti nelle donne con IBD, colpendo circa il 53,6% delle donne con IBD2. La procreazione medicalmente assistita è efficace anche per l’infertilità causata da disfunzione sessuale2.

Tuttavia, è bene ricordare che i risultati degli studi suggeriscono che le donne con colite ulcerosa e malattia di Crohn che ricevono trattamenti di procreazione medicalmente assistita non possono aspettarsi lo stesso successo che caratterizza altre donne infertili6. Le donne con malattia di Crohn possono cercare di iniziare il trattamento ART prima di aver bisogno di un intervento chirurgico per la patologia6.

Fonti:
  1. Ronchetti et al., Inflammatory Bowel Disease and Reproductive Health: From Fertility to Pregnancy—A Narrative Review. Nutrients 2022, 14, 1591.
  2. Sun H et al., Ovarian reserve and IVF outcomes in patients with inflammatory bowel disease: A systematic review and meta-analysis. 2022 Jul 1;50:101517.
  3. Jirge PR. Poor ovarian reserve. J Hum Reprod Sci. 2016 Apr-Jun;9(2):63-9.
  4. Asrm – TESTING AND INTERPRETING MEASURES OF OVARIAN RESERVE: A COMMITTEE OPINION (2020)
  5. Ministero della Salute – Procreazione medicalmente assistita
  6. Nørgård et al., Gut, 65(5), 767-776.

C-ANPROM/IT/ENTY/0098

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