Quali sono le principali preoccupazioni di chi viaggia con una IBD?

Le malattie infiammatorie intestinali (IBD) sono condizioni croniche che durano tutta la vita e che spesso richiedono cure e monitoraggio costanti per mantenere la remissione1. I sintomi più comunemente riportati includono affaticamento, dolore addominale, urgenza fecale e incontinenza che possono avere effetti sostanziali sullo stile di vita delle persone colpite, come ad esempio la loro possibilità a viaggiare1. I cambiamenti provocati dal diverso ambiente, la diversa disponibilità di cibo e il viaggio stesso possono rappresentare una sfida per i pazienti affetti da IBD1.

Preoccupazioni, difficoltà e punti di attenzione per i pazienti con le IBD che viaggiano

I pazienti con malattia infiammatoria intestinale cronica che viaggiano all'estero potrebbero essere a maggior rischio di morbilità correlata al viaggio per una serie di motivi2.

  1. In primo luogo, il viaggio all'estero potrebbe innescare un'esacerbazione dell'IBD, altrimenti nota come "riacutizzazione". Possono contribuire alla riacutizzazione molteplici fattori come la modalità di viaggio, il clima/altitudine della destinazione, la dieta e la variazione degli standard igienico-sanitari2.
  2. In secondo luogo, i pazienti con IBD che viaggiano all'estero, potrebbero avere una maggiore predisposizione a contrarre infezioni intestinali, che sono significativamente più probabili durante il trattamento con farmaci immunosoppressori2.
  3. La maggior parte dei pazienti con IBD teme di incontrare problemi legati alla propria assistenza sanitaria se viaggia all'estero2. Ciò dimostra che l'ansia legata al viaggio è un problema significativo per i pazienti con IBD e occorre fare di più per ridurre queste loro preoccupazioni2. Lo stress può infatti esacerbare i sintomi, far precipitare le riacutizzazioni e causare ricadute; è particolarmente importante che queste preoccupazioni legate al viaggio, non contribuiscano allo stress psicologico2.
Viaggiare con morbo di crohn

Le linee guida europee dell’European Crohn’s and Colitis organisation suggeriscono che i consigli di viaggio dovrebbero essere forniti congiuntamente da un gastroenterologo specializzato e da professionisti della salute esperti in viaggi2.

Non dimentichiamo, inoltre, che l'attuale pandemia globale di Covid-19 ha cambiato i soliti stili di vita e connettività1.
I pazienti con IBD spesso rientrano in un gruppo ad alto rischio per Covid-19 a causa del loro uso di terapie immunosoppressive e della malattia cronica in corso, tuttavia, l'impatto specifico deve ancora essere stabilito1.

Diversi studi hanno rilevato che1:

  • Il 30-62% dei pazienti affetti da IBD si sente limitato nella propria capacità di viaggiare e nella scelta delle destinazioni1.
  • 1 paziente su 5 ha anche riferito un’esacerbazione dei sintomi di IBD dopo un viaggio1.
  • Il 5% dei pazienti ha richiesto consulenza medica all'estero1.

Le maggiori preoccupazioni di chi viaggia con IBD – Lo studio1

Oltre il 75% dei partecipanti allo studio ha segnalato di aver incontrato degli ostacoli viaggiando all'estero1.

Gli ostacoli più comuni sono stati: la preoccupazione per i servizi igienici (76,3%), la preoccupazione per la pulizia e l'igiene nel luogo di destinazione (50,9%) e la disponibilità percepita di assistenza medica in caso di riacutizzazione nel luogo di destinazione (41,1%)1.

I partecipanti allo studio erano anche preoccupati di contrarre infezioni gastroenterologiche (36,3%), avere problemi ad alimentarsi correttamente (39,3%) e incontrare restrizioni associate ai farmaci (14,4%)1.

Ansia per viaggio e colite

Il rischio di infezione3

Il rischio di infezione è maggiore nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale (IBD) rispetto alla popolazione generale3.

Ciò include infezioni opportunistiche che possono essere contratte durante il viaggio, nonché infezioni che possono verificarsi ovunque, come l'infezione da Clostridium difficile e la colite da citomegalovirus3.

Uno dei motivi dell'aumentato rischio di infezione è che molti pazienti con IBD sono in terapia immunosoppressiva o con corticosteroidi3. Entrambe le terapie riducono l'attività del sistema immunitario, il che significa che la difesa contro i microrganismi invasori è ridotta e che i microrganismi possono proliferare e infettare meglio le cellule3.

Un altro motivo è che quando i pazienti con IBD hanno una malattia attiva associata a una ridotta funzione di barriera della mucosa, sono a maggior rischio di infezioni opportunistiche3.

Fonti:
  1. Aluzaite K, Greveson K, Ben-Horin S, Leong R, Haj O, Schultz M. Barriers to international travel in inflammatory bowel disease patients. J Travel Med. 2021 Jan 6;28(1):taaa197. doi: 10.1093/jtm/taaa197.
  2. Philip V, Soubieres A, Poullis A. Health concerns associated with travelling with inflammatory bowel disease (IBD): a questionnaire survey. Clin Med (Lond). 2018 Aug;18(4):288-292. doi: 10.7861/clinmedicine.18-4-288.
  3. Rogler G. Inflammatory Bowel Disease in Travelers. Gastroenterol Hepatol (N Y). 2018 Jun;14(6):377-379.

C-ANPROM/IT/TAK/0032

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