Diarrea del viaggiatore

La diarrea del viaggiatore è uno dei disturbi più comuni che possono interessare le persone che si recano in luoghi caratterizzati da standard igienici non ottimali, in occasione di vacanze o viaggi di lavoro1,2.

A sperimentarla è almeno un viaggiatore internazionale su tre1, ma secondo alcune stime il disturbo ha una frequenza ancora più elevata, riguardando da 4 a 6 persone su dieci2.

Benché sia una problematica intestinale benigna e autolimitante, se non gestita correttamente, può causare disidratazione e complicanze significative nei casi più severi2.

Ecco qualche informazione utile per prevenirla e affrontarla correttamente quando si manifesta, soprattutto se si soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali (Inflammatory Bowel disease, IBD).

Cos’è la "diarrea del viaggiatore"

La diarrea del viaggiatore è un disturbo intestinale che può essere causato da diversi tipi di microrganismi che entrano nell’apparato digerente attraverso l’ingestione di alimenti, acqua o altre bevande contaminati (trasmissione oro-fecale)2.

A causare i sintomi della diarrea del viaggiatore possono essere vari batteri, virus o parassiti intestinali, ma in genere l’origine batterica è quella più comune2. Il batterio più spesso responsabile del disturbo è Escherichia coli enterotossica (ETEC), alla base di circa il 30% dei casi. Altri microrganismi patogeni comunemente implicati sono Campylobacter jejuni e diverse specie di batteri dei generi Shigella e Salmonella2.

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Tra i virus, a causare la diarrea del viaggiatore sono soprattutto i norovirus, seguiti dai rotavirus, mentre tra i parassiti intestinali, quello più spesso riscontrato è la Giardia intestinalis, benché anche il Cryptosporidium e l’Entamoeba histolytica possano causare disturbi analoghi in alcuni contesti2.

Lo specifico microrganismo all’origine della maggioranza dei casi di diarrea del viaggiatore dipende dall’area geografica considerata2. In base ai dati epidemiologici, i Paesi ritenuti a maggior rischio per lo sviluppo dei disturbi intestinali caratteristici sono l’America Latina, l’Africa, il Medio Oriente e i Paesi asiatici2.

In genere, i sintomi della malattia insorgono dopo i primi giorni di viaggio, ma non è escluso che possano comparire anche in momenti successivi o dopo il ritorno a casa1. Il tempo di incubazione dell’infezione intestinale varia in funzione dell’agente patogeno responsabile: nel caso di batteri e virus può variare da 6 a 24 ore, mentre nel caso di parassiti intestinali possono passare da 1 a 3 settimane prima dell’insorgenza dei disturbi2.

I sintomi della diarrea del viaggiatore si manifestano, generalmente, in modo improvviso e comprendono: aumento della frequenza e del volume delle evacuazioni (con necessità di andare in bagno in media 4-5 volte al giorno, spesso con urgenza), cambiamento della consistenza delle feci (che possono diventare acquose), nausea e vomito, gonfiore e crampi addominali, febbre e malessere1.

Nel 90% dei casi, le manifestazioni si risolvono completamente nell’arco di una settimana, mentre in alcuni pazienti possono durare fino a un mese1.

Le donne in gravidanza, i neonati e i bambini nei primi anni di vita, gli anziani, le persone con basse difese immunitarie (a causa di patologie specifiche o di terapie immunosoppressive) e chi soffre di patologie croniche dell’apparato digerente (come le IBD) sono a maggior rischio di complicanze in caso di diarrea del viaggiatore2.

Quali sono i cibi che possono causarla

La diarrea del viaggiatore può essere, in parte, prevenuta adottando alcuni accorgimenti igienici e comportamentali, soprattutto sul fronte della scelta dei cibi e delle bevande da assumere, dei contesti e delle modalità dei pasti1.

In particolare, viene raccomandato di3:

  • evitare di assumere carne, pesce o frutti di mare crudi o poco cotti3;
  • non mangiare verdura o frutta crude (salvo le varietà che possono essere sbucciate)3;
  • evitare macedonie, frullati, centrifughe, succhi di frutta e insalate preparate da altri3;
  • sbucciare la frutta e le uova bollite (ben cotte) con le proprie mani3;
  • evitare ogni tipo di gelato o crema e di aggiungere ghiaccio alle bevande1,3;
  • non assumere latte né latticini (yogurt, formaggi freschi ecc.) che non siano stati trattati termicamente (bollitura, pastorizzazione ecc.), prodotti e conservati correttamente (in luoghi puliti e freddi)3;
  • evitare i cibi artigianali/venduti sfusi, a meno che non siano cotti al momento e serviti ancora ben caldi1;
  • non mangiare cibi cotti lasciati raffreddare prima di essere venduti o portati in tavola3;
  • non bere mai l’acqua del rubinetto, se non dopo averla bollita o trattata con iodio/cloro1,3;
  • bere tè, caffè, infusi solo se serviti bollenti1;
  • bere soltanto acqua e altre bevande imbottigliate o in lattina, aperte al momento (usando un bicchiere pulito e asciutto)1,3.

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Quali sono i cibi che possono causarla

La diarrea del viaggiatore può essere, in parte, prevenuta adottando alcuni accorgimenti igienici e comportamentali, soprattutto sul fronte della scelta dei cibi e delle bevande da assumere, dei contesti e delle modalità dei pasti.1.

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Ulteriori raccomandazioni riguardano la necessità di:

  • lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o gel disinfettanti, specie dopo essere stati in bagno e prima di mangiare2;
  • usare acqua imbottigliata o bollita anche per lavarsi i denti o fare risciacqui in bocca3;
  • non fare entrare acqua in bocca quando ci si lava il viso o si fa la doccia3;
  • non fare entrare acqua in bocca quando si nuota in piscina o si fa il bagno in mare3.

Come alleviare i disturbi intestinali

Se, nonostante l’adozione delle misure preventive raccomandate, ci trova a dover fare i conti con la diarrea del viaggiatore, si può cercare di alleviare i sintomi con alcuni semplici rimedi, in attesa che il disturbo si risolva da solo1,3.

L’aspetto fondamentale è, innanzitutto, reintegrare i liquidi persi a causa delle scariche ripetute, bevendo preferibilmente acqua (imbottigliata o bollita) oppure tè leggero o brodi tiepidi, molto spesso durante la giornata1,3.

Da evitare invece, le bevande fredde, gassate e/o acide (comprese spremute e succhi di frutta), che possono aggravare i sintomi della diarrea del viaggiatore3.

Soprattutto se le evacuazioni sono numerose e acquose, è opportuno integrare anche i sali minerali per prevenire la disidratazione, per esempio ricorrendo a soluzioni reidratanti specifiche da assumere per bocca1,3.

Nei casi di diarrea più intensa (caratterizzata da tre o più evacuazioni nell’arco di 8 ore), specie se accompagnata da nausea e vomito, febbre o sangue nelle feci, può essere opportuno assumere farmaci antimicrobici per alcuni giorni per attenuare le manifestazioni1.

Prima di ricorrere a qualsiasi tipo di farmaco antidiarroico da banco o antibiotico, tuttavia, è sempre indispensabile sentire il parere del medico e rispettare le sue indicazioni, soprattutto se si soffre di IBD3.

Fonti:
  1. Istituto Superiore di Sanità (ISS) - Epicentro. La diarrea del viaggiatore (https://www.epicentro.iss.it/tossinfezioni/diarrea). Accesso Maggio 2023
  2. Dunn N, Okafor CN. Travelers Diarrhea. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2023 Jan-. (https: //www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK459348/). Accesso Maggio 2023
  3. Crohn’s & Colitis Foundation. Travelling with IBD (https://www.crohnscolitisfoundation.org/what-is-ibd/traveling-with-ibd). Accesso Maggio 2023

C-ANPROM/IT/ENTY/0066

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