Il ciclo mestruale nelle donne con IBD

Molte donne affette da malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD, Inflammatory Bowel Disease) riportano un aumento dei sintomi gastrointestinali nei giorni che precedono le mestruazioni e durante il flusso.1

Esiste una correlazione tra ciclo mestruale e infiammazione intestinale? Di che tipo? Al contrario, la presenza di IBD può influenzare in qualche modo il ciclo mestruale? Come?

Cos’è il ciclo mestruale

Il ciclo mestruale corrisponde all’insieme dei cambiamenti che avvengono, con una ricorrenza circa mensile, nel corpo della donna per predisporlo al concepimento e prepararlo a una possibile gravidanza.2

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Ogni mese, in una delle due ovaie (alternativamente, la destra o la sinistra) avviene il fenomeno dell’ovulazione che porta al rilascio, nella tuba di Falloppio corrispondente, di un ovulo maturo, pronto per essere fecondato.2

L’ovulazione è innescata e diretta dalla variazione dei livelli degli ormoni femminili (in particolare, gli estrogeni) nella prima parte del ciclo mestruale ed è accompagnata da modificazioni delle pareti interne dell’utero (endometrio), anch’esse dirette da cambiamenti ormonali (nei quali è, questa volta, protagonista il progesterone), che lo predispongono ad accogliere l’ovulo eventualmente fecondato nella tuba, per dare avvio alla gravidanza.3

Se non viene fecondato nei tempi prestabiliti, l’ovulo è riassorbito dall’organismo, i livelli di estrogeni e progesterone scendono al minimo e le pareti dell’utero, che si erano ispessite nella prima fase del ciclo mestruale, iniziano a “sfaldarsi” dando inizio al flusso mestruale.3

Il ciclo mestruale comincia il primo giorno di ogni flusso mestruale e termina il giorno che precede l’inizio delle mestruazioni del mese successivo. La sua durata esatta varia da donna a donna: in media, è di 28 giorni, ma sono considerati nella norma anche cicli mestruali di durata compresa tra 23 e 35 giorni.3 Anche la durata media del flusso mestruale è diversa da donna a donna e può variare da 2 a 7 giorni.2

Le mestruazioni possono associarsi a perdite di sangue più o meno abbondanti ed essere accompagnate soltanto da un lieve disagio oppure da dolore più intenso e altri sintomi, rientrando sempre però in un range di “normalità”, tipico per ogni donna.2

In una donna sana, il primo ciclo mestruale compare, in media, intorno ai 12 anni (ma, spesso, anche prima o dopo) e comincia diventare irregolare intorno ai 50 anni, con l’avvicinarsi della menopausa.2

Ciclo mestruale e sintomatologia delle IBD

Il cambiamento della funzionalità intestinale nelle diverse fasi del ciclo mestruale è un fenomeno ben noto che dipende, almeno in parte, dalla presenza di recettori degli ormoni sessuali femminili a livello dell’apparato gastroenterico.1

Benché queste variazioni siano sperimentate dalla maggioranza delle donne in età fertile, in quelle che soffrono di IBD il fenomeno sembra essere più marcato, analogamente a quanto accade in presenza di altre malattie associate a infiammazione addominale, come la febbre mediterranea familiare o la malattia di Beçhet.1

In particolare, gli studi che si sono concentrati sull’analisi dei sintomi gastrointestinali delle IBD durante il ciclo mestruale hanno indicato un tendenziale peggioramento dei disturbi nei giorni che precedono la comparsa del flusso e durante tutta o parte della sua durata.1

I meccanismi alla base dell’accentuazione della sintomatologia intestinale non sono ancora stati individuati con precisione, ma si ritiene che possano avere un ruolo le prostaglandine (PG)1: un gruppo di sostanze naturalmente prodotte dall’organismo che inducono e regolano i processi infiammatori a livello di organi e tessuti.4

Durante le mestruazioni, la produzione di PG a livello dell’utero aumenta, compresa quella della prostaglandina A2 e della prostaciclina, che hanno un effetto di stimolo sulla motilità intestinale. In aggiunta, le PG sono coinvolte nell’infiammazione alla base delle IBD e le notevoli quantità di PG rilasciate dalle pareti interne dell’utero (endometrio) durante il flusso mestruale possono contribuire ad aumentare l’infiammazione intestinale, aggravando i sintomi della malattia.1

Inoltre, mentre accelerano le contrazioni spontanee della muscolatura dell’apparato gastrointestinale (peristalsi), le PG riducono la capacità di assorbimento dell’acqua, dei sali minerali e delle sostanze nutrienti contenute all’interno dell’intestino tenue, con conseguente comparsa di dolore addominale, gonfiore e diarrea.1

Alcuni studi hanno verificato che le donne con IBD, durante le mestruazioni, tendono a sperimentare un maggior numero di evacuazioni e perdite, nonché dolori addominali mediamente più severi, rispetto agli altri momenti del mese. Al contrario, sintomi intestinali più specificamente correlati alle IBD, come diarrea notturna, sangue nelle feci, incontinenza fecale e bisogno di assumere farmaci antidiarroici, non sembrano cambiare nelle diverse fasi del ciclo mestruale.5

Oltre ai disturbi intestinali, anche altri fastidi tipici della fase premestruale e dei giorni del ciclo, come irritabilità, nervosismo, agitazione, mal di testa, ansia, nausea, vomito, gonfiore alle gambe, lombalgia, stitichezza, dolore addominale, aumento del bisogno di urinare e affaticamento, sembrano essere più frequenti nelle donne affette da IBD.1

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Il principale fattore di rischio per la comparsa di disturbi peri-mestruali di vario tipo nelle donne con IBD è risultato essere il fumo di sigaretta. In particolare, le donne con IBD fumatrici tendono a sperimentare più spesso irritabilità, nervosismo, nausea e mal di schiena nei giorni che precedono il flusso e durante le mestruazioni.1

I dati disponibili suggeriscono, inoltre, che la presenza di depressione e/o ansia può peggiorare i sintomi gastrointestinali delle IBD e che, viceversa, una maggiore attività di malattia può promuovere questi disturbi psicologici. È, quindi, plausibile ritenere che le donne con IBD in forma più severa siano più esposte allo stress psicoemotivo associato al ciclo mestruale e ai relativi sintomi gastrointestinali, con ulteriore riduzione della qualità della vita.1

Alla luce di queste evidenze, il ciclo mestruale dovrebbe essere tenuto in maggiore considerazione dalle donne affette da IBD e dai medici di riferimento, perché potrebbe costituire un fattore confondente nella valutazione dell’attività della malattia. Un peggioramento dei sintomi gastrointestinali nei giorni che precedono il flusso o durante le mestruazioni, infatti, non è necessariamente indicativo a una riacutizzazione della IBD, ma più probabilmente dovuto ai cambiamenti fisiologici legati al flusso.5

Le IBD possono influire sul ciclo mestruale?

L’impatto delle IBD sul ciclo mestruale è stato poco studiato e si hanno informazioni limitate sui possibili cambiamenti che la presenza dell’infiammazione intestinale può determinare in termini di caratteristiche, andamento o dolore associato alle mestruazioni.6

Benché la valutazione del ciclo mestruale non sia di stretta competenza del gastroenterologo, è importante che le donne con IBD segnalino al medico di riferimento eventuali disturbi o alterazioni a questo livello per approfondire la natura del problema e l’eventuale correlazione con la malattia intestinale, nell’ottica di preservare la fertilità.6

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A riguardo, è stato osservato che molte donne sperimentano alcuni cambiamenti del ciclo mestruale nell’anno che precede la diagnosi di IBD. I più comuni sono variazioni della durata del ciclo nel suo complesso, della durata delle mestruazioni e del dolore che le accompagna.6

Le variazioni di durata del ciclo sono risultate paragonabili tra le donne più giovani e in quelle vicine ai 40 anni, indicando che la presenza di IBD ha un impatto significativo anche sul ciclo delle donne giovani, per le quali ci si aspetterebbe cicli mestruali regolari per frequenza e durata.6

Benché le possibili cause di irregolarità mestruali siano molto numerose e non necessariamente correlate a malattie specifiche, tener conto delle variazioni del ciclo mestruale può fornire informazioni aggiuntive sul benessere della donna e, nel caso delle donne con IBD, il riscontro di cambiamenti in determinati periodi può essere indicativo di variazioni dell’attività della malattia intestinale che meritano di essere approfondite.6

Relativamente al dolore, così come l’aumento dell’infiammazione dell’utero associata alle mestruazioni può far peggiorare i sintomi delle IBD, la presenza di disturbi addominali correlati alle IBD può far percepire alla donna un dolore mestruale più marcato. In aggiunta, essendo i sintomi tipici delle IBD in fase attiva in gran parte sovrapponibili a quelli della dismenorrea (nausea e vomito, calo dell’appetito, diarrea, dolori diffusi, irritabilità, disturbi del sonno, depressione ecc.), può essere abbastanza difficile comprendere quale delle due condizioni sia la causa prevalente del malessere in un dato momento.6

Per evitare preoccupazioni eccessive e mantenere una migliore qualità di vita, è bene che le donne con IBD siano consapevoli dei possibili cambiamenti del ciclo mestruale legati alla malattia intestinale (e viceversa) e che, entro certi limiti, si abituino a considerarli “normali”.6

Fonti:
  1. Lahat A et al. Change in bowel habits during menstruation: are IBD patients different? Ther Adv Gastroenterol 2020;13:1-10
  2. Mayo Clinic. Women’s Health. (https://www.mayoclinic.org/healthy-lifestyle/womens-health/in-depth/menstrual-cycle/art-20047186?p=1). Accesso Giugno 2023
  3. National Health System (NHS). Periods and fertility in the menstrual cycle. (https://www.nhs.uk/conditions/periods/fertility-in-the-menstrual-cycle/). Accesso Giugno 2023
  4. Ricciotti E, FitzGerald GA. Prostaglandins and inflammation. Arterioscler Thromb Vasc Biol 2011;31(5):986-1000.
  5. Lim SM, et al. The effect of the menstrual cycle on inflammatory bowel disease: a prospective study. Gut Liver 2013;7(1):51-57
  6. Saha S, et al. Menstrual cycle changes in women with inflammatory bowel disease: a study from the ocean state Crohn's and colitis area registry. Inflamm Bowel Dis 2014;20(3):534-540

C-ANPROM/IT/ENTY/0075

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